E se l’errore fosse proprio nei buoni propositi per l’anno nuovo?

Dai buoni propositi agli obiettivi efficaci.

“Non c’è rotta favorevole per il marinaio che non sa in che porto approdare”

Seneca

 

Chi non si è trovato mai a confrontarsi con gli insuccessi sui buoni propositi che si era posto all’inizio dell’anno, spesso persi “per la strada” a breve termine, con frustrazione e sentimenti negativi associati?

E se l’errore fosse invece proprio nell’idea stessa dei buoni propositi per l’anno nuovo? E se quelli che abbiamo chiamato insuccessi non fossero da rileggere come un utile feedback di come ci siamo mossi?

 

Dai buoni propositi per l’anno nuovo alla pianificazione sistematica.

Forse i “buoni propositi” per l’anno nuovo sono una strategia votata al fallimento entro pochi giorni, quando verbalizzati o pensati, ma non strutturati sistematicamente e pianificati con cura. In alternativa potremmo entrare nell’ottica di una continua pianificazione sistematica degli obiettivi a medio-lungo termine, tarati e riaggiustati in base ai feed-back che raccogliamo in itinere. Certamente ci sono diversi modi per strutturare degli obiettivi in maniera efficace, sia dal punto di vista personale che aziendale, con le relative differenze contestuali. Non abbiamo però la presunzione in questo spazio limitato di esaurire un argomento così complesso.

 

Un modello per gli obiettivi efficaci: la sigla smart.

Un modello noto usato per gli obiettivi posti in maniera efficace è dato dalla sigla “s.m.a.r.t.”. E’ stato utilizzato ad esempio per la forza vendita ed è citato nei libri che trattano l’argomento da parte di uno dei formatori e consulenti più apprezzati di sempre: Mario Silvano. L’acronimo sta per: Specifici, Misurabili, Attuabili, Rilevanti e Tempificati. Non è una formula relegata solo alla forza vendita, ma si può ritrovare anche in altri ambiti.

 

Dai fallimenti ai risultati: i feedback come utile informazione per correggere la rotta.

Se usciamo dallo schema degli occasionali buoni propositi di inizio anno ed entriamo nella pianificazione sistematica dell’attività, di liberi professionisti o imprenditori, possiamo rileggere diversamente gli insuccessi nel raggiungimento degli obiettivi. Il formatore americano Anthony Robbins ha detto: “non esistono fallimenti, ma solo risultati”. Il mancato raggiungimento di un obiettivo può essere riletto come utile informazione per aggiustare il tiro. Possiamo ripianificare le attività per provare nuovi modi per rispettare il nostro obiettivo, più mirati alla luce delle utili informazioni raccolte. Oppure possiamo renderci conto che l’obiettivo era irrealistico, e va ricalibrato, oppure ne va allungata la scadenza.

Come diceva il famoso formatore americano Dale Carnegie citando un chirurgo che parlava agli specializzandi: “ci vogliono quindici minuti per farvi vedere come si opera un’appendicite, ma ci vogliono almeno 5 anni per imparare cosa fare quando qualcosa va storto…”. Così, in pochi minuti abbiamo parlato di obiettivi, ma ci sono altri fattori in gioco che possono interferire con la loro elaborazione o il loro raggiungimento, che possono venire alla luce con l’esperienza, lo spirito di osservazione, l’aggiornamento e la formazione.

 

Giovanni Iacoviello

giovanni.iacoviello@gmail.com

 

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