Le ragioni di chi ha torto…

“Bisogna vedere”, disse Alice “se voi potete fare in modo che le parole indichino cose diverse”.

“Bisogna vedere”, disse Humpty Dumpty “chi è che comanda… ecco tutto”.

L.Carroll, Alice nel paese delle meraviglie e nel mondo dello specchio

 

 

La mappa non è il territorio: la realtà relativa e il punto di vista dell’osservatore.

Con la frase “la mappa non è il territorio” Alfred Korzibsky indicava tra le altre cose che non c’è una corrispondenza univoca tra le nostre percezioni e descrizioni e la realtà là fuori (non possiamo conoscere il mondo direttamente ma solo attraverso delle astrazioni). In parole povere non c’è una realtà assoluta, ma è relativa all’osservatore, che confeziona e descrive in base alle sue esperienze e al suo sistema nervoso unico la realtà che osserva e le proprie ragioni. Quindi come dargli torto per ciò che vede? E’ più o meno quello che emergeva da uno dei pensieri di Blaise Pascal.

 

Rispetto per il punto di vista dell’altro per Blaise Pascal: l’altro non si inganna.

Il matematico e teologo francese Blaise Pascal (1623-1662) scrisse: “Quando si vuole riprendere utilmente qualcuno e mostrargli che si inganna, bisogna osservare da che punto di vista egli considera la cosa, perché da quel lato ordinariamente la cosa è vera; bisogna, quindi, dargli atto di questa verità, ma bisogna anche scoprirgli il lato falso. Ed egli è lieto di questo, perché vede che non s’ingannava ma che soltanto non aveva considerato la cosa sotto tutti gli aspetti. Ora, nessuno si vergogna di non arrivare a vedere tutto, ma nessuno vuole riconoscere di essersi ingannato; e ciò deriva dal fatto che naturalmente l’uomo non può veder tutto e non si può naturalmente sbagliare osservando un aspetto solo, perché ciò che è appreso dai sensi è sempre vero”  (Pensée 9, p. 121 Blaise Pascal, 1962, Pensieri, Einaudi).

 

I sentimenti dell’interlocutore: fallimento di torto e ragione nella comunicazione.

Torto e ragione, falso e vero diventano categorie inutili e spesso dannose per l’intesa tra interlocutori. L’effetto che si ottiene spesso quando si dà torto all’altro è prima di tutto relazionale e psicologico: non accettare il punto di vista dell’altro significa un po’ ferirlo. Sentirsi criticati ci fa chiudere, ci fa mettere sulla difensiva, ed è più difficile ascoltare le esperienze del mondo dell’altro. Da Pascal possiamo quindi imparare a non ferire l’altro, riconoscendo il suo punto di vista, che è il punto di partenza per fargli conoscere il nostro e prevenire contrasti e conflitti, e poter arricchire le nostre reciproche esperienze mettendole in comune con lo strumento del dialogo.

 

Giovanni Iacoviello

giovanni.iacoviello@gmail.com

 

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