Passione per il lavoro: “C’eravamo tanto amati” o energia rinnovabile?

“Se ami quello che fai, non sarà mai un lavoro”

Confucio

 

La passione per la propria attività ha una sua data di scadenza? Finirà prima o poi, e allora sarà una noia e non vedremo l’ora di andare in pensione o cambiare attività? Oppure è possibile un “ritorno di fiamma”?

Un’altra questione sorge: nel momento in cui la passione si esaurisce o l’energia iniziale che avevamo pare diminuire, è possibile promuovere la nostra attività in maniera altrettanto credibile e convincente come quando eravamo maggiormente carichi di aspettative ed entusiasmo?

Il formatore Dale Carnegie consigliava agli oratori di scegliere argomenti che stavano loro a cuore. In quest’ottica, se vogliamo rendere viva la conversazione con un uditorio e appassionarlo, è utile scegliere di parlare, tra tanti argomenti che conosciamo, di quelli che amiamo e delle questioni importanti per noi. Cosa cambia se le parole non sono espresse a voce ma scritte? Non ne potete sentire l’intonazione, l’intensità emotiva, la velocità naturale dell’emittente, perché la velocità di lettura la fate voi. Però la passione per l’argomento trasuda anche dalle righe di un testo. E se tale passione manca, ci si potrebbe chiedere allora, come potete interessare i vostri interlocutori?

Non avere più niente da dire può essere una tragedia per l’attività di molti. Si potrebbe andare incontro alla noia, e i nostri interlocutori potrebbero sorbirsi parole grigie e stanche.

E allora è il momento di cambiare mestiere? O c’è un modo per rinnovare il nostro fuoco?

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La pigrizia è… perdere di vista il premio?

 “Se vuoi vedere, impara ad agire”

Heinz von Foerster

 

Vi ricordate se c’è stato un momento della vostra vita in cui siete stati restìi a iniziare qualcosa, per pigrizia, o non l’avete mai iniziata? E altri momenti in cui invece, dopo averla iniziata, l’avete trasformata in abitudine? Come avete fatto quella volta a vincere la pigrizia?

Un amico mi disse che a 18 anni non aveva voglia di lavorare, e che la voglia gli è venuta dopo qualche stipendio, quando ha realizzato la gratificazione economica da una parte, ma soprattutto il senso di indipendenza.

Ognuno colora un’azione di un significato diverso secondo la sua storia ed esperienza. Qualsiasi sia il significato per un dato premio, esso è un elemento che riesce a farsi preferire alla mancata lotta contro la pigrizia. Ad esempio, c’è chi ama il suo lavoro e dedica una parte del suo tempo al volontariato. Alcuni trovano il premio nel sentirsi utili, nel fare qualcosa per gli altri.

Forse sta qui la chiave dell’akrasia (termine greco che indica la debolezza della volontà), cioè la mancanza di un premio, o la mancanza del mettere a fuoco il premio che ricaveremo nello “spingere il carico” finché non si sposta. Nessuno vi può dire quale sia il vostro premio, dovete capirlo da voi facendo delle prove, divertendovi a sbagliare, ed eventualmente riprovare.

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