La certezza delle azioni nell’incertezza di un mondo che cambia.
“Se vuoi vedere, impara ad agire”
Heinz von Foerster
Possiamo evitare di sbagliare? Possiamo basare le nostre decisioni sulla logica e sui calcoli e prevedere gli scenari dove andremo a muoverci (il mercato?) e il comportamento delle persone?
La frase di Descartes rappresenta la cultura dominante del mondo moderno ispirata alla predominanza della ragione e alla certezza delle scienze: “Io penso, dunque sono”. La consulente aziendale Anna Zanardi fa notare (Il coraggio di essere stupidi, 2011) che l’uomo è anche un essere che dubita, comprende, afferma, nega, vuole, rifiuta, desidera, che immagina e sente. E fa notare che la logica cartesiana è crollata con la nuova fisica degli anni ’30 del secolo scorso, che ha minato la certezza di conoscere il mondo “così com’è”: la scienza ha ammesso che l’oggettività assoluta e la prevedibilità matematica dei fenomeni sono pura illusione.
Nei rapporti con clienti e fornitori l’incertezza di conoscere il mondo così com’è ci suggerisce che non esistono ragione e torto certi, ma le nostre opinioni sul mondo. Inoltre, non possiamo fidarci della razionalità nello spiegare scelte e decisioni, né nostre né dei nostri interlocutori, né prevederle.